Lamiere di recupero, legno e ferro colorati con pigmenti naturali sono gli ingredienti di un’opera che dà al riciclo il sapore del color field. L’artista campano (1965) ci racconta così non solo un uso virtuoso dei materiali, ma anche la recente vicinanza forzata (resa nella sovrapposizione delle strisce di metallo). Una lettura concettuale che si estende al titolo, giocato sull’ambiguità tra le parole sheet – foglio – e shit – merda – a enfatizzare il cortocircuito tra rifiuto e bellezza.
Lamiere di recupero, legno e ferro colorati con pigmenti naturali sono gli ingredienti di un’opera che dà al riciclo il sapore del color field. L’artista campano (1965) ci racconta così non solo un uso virtuoso dei materiali, ma anche la recente vicinanza forzata (resa nella sovrapposizione delle strisce di metallo). Una lettura concettuale che si estende al titolo, giocato sull’ambiguità tra le parole sheet – foglio – e shit – merda – a enfatizzare il cortocircuito tra rifiuto e bellezza.