«Uno sguardo che attraverso le vette cerca di conquistare uno spazio», così Erica Portunato (La Spezia, 1990) spiega il senso della sua serie MètaVolto. «Ma anche una metamorfosi, un processo in divenire che ogni spettatore leggerà a modo suo». Interessante, oltre allʼuso poetico del digitale, la scelta di lasciare lo sfondo indefinito, finendo per proiettare la figura in uno spazio onirico.
«Uno sguardo che attraverso le vette cerca di conquistare uno spazio», così Erica Portunato (La Spezia, 1990) spiega il senso della sua serie MètaVolto. «Ma anche una metamorfosi, un processo in divenire che ogni spettatore leggerà a modo suo». Interessante, oltre allʼuso poetico del digitale, la scelta di lasciare lo sfondo indefinito, finendo per proiettare la figura in uno spazio onirico.