Pietro Ruffo sceglie per le sue opere il tempo lungo di un’esecuzione minuziosa, paziente, che fa decantare la materia ribollente dell’attualità politica, che raffredda i temi enormi dell’ingiustizia e della guerra, permettendogli di affrontarli in una dimensione soprattutto mentale e speculativa più che ideologica. Il suo è un lavoro che nasce “da attacchi di artiglieria, da raid aerei e da negoziati diplomatici” come diceva Boetti dei suoi ricalchi dei contorni dei Paesi in guerra. Come Boetti anche Ruffo sceglie di leggere e interrogare la realtà mettendo la sua soggettività fra parentesi, preferendo, anziché assumere posizioni troppo definite che sa bene poter essere autoritarie e parziali, stimolare le capacità individuali di pensiero e di espressione. Così anche i suoi lavori apparentemente più diretti e provocatori in realtà mirano non a fornire un punto di vista personale ma ad aprire un dialogo. A offrire dubbi, intuizioni, a riaccendere lo spirito critico.
Pietro Ruffo sceglie per le sue opere il tempo lungo di un’esecuzione minuziosa, paziente, che fa decantare la materia ribollente dell’attualità politica, che raffredda i temi enormi dell’ingiustizia e della guerra, permettendogli di affrontarli in una dimensione soprattutto mentale e speculativa più che ideologica. Il suo è un lavoro che nasce “da attacchi di artiglieria, da raid aerei e da negoziati diplomatici” come diceva Boetti dei suoi ricalchi dei contorni dei Paesi in guerra. Come Boetti anche Ruffo sceglie di leggere e interrogare la realtà mettendo la sua soggettività fra parentesi, preferendo, anziché assumere posizioni troppo definite che sa bene poter essere autoritarie e parziali, stimolare le capacità individuali di pensiero e di espressione. Così anche i suoi lavori apparentemente più diretti e provocatori in realtà mirano non a fornire un punto di vista personale ma ad aprire un dialogo. A offrire dubbi, intuizioni, a riaccendere lo spirito critico.