CHRIS GILMOUR (Stockport, 1973) con la riproduzione di un Ape-risciò, una scatola di cartone piena di memorie e sentimenti, che supera l’arte povera con l’amore per il dettaglio.
Un attaccamento tenace all’immagine pur nella grande varietà dei linguaggi. Una forte adesione emotiva al soggetto. Un confronto consapevole, a tratti ironico e disincantato, con la tradizione. Uno sguardo esercitato sui maestri di ogni epoca. E un’attitudine alle ricerche sperimentali, con qualche incursione nel concettuale.
CHRIS GILMOUR (Stockport, 1973) con la riproduzione di un Ape-risciò, una scatola di cartone piena di memorie e sentimenti, che supera l’arte povera con l’amore per il dettaglio.
Un attaccamento tenace all’immagine pur nella grande varietà dei linguaggi. Una forte adesione emotiva al soggetto. Un confronto consapevole, a tratti ironico e disincantato, con la tradizione. Uno sguardo esercitato sui maestri di ogni epoca. E un’attitudine alle ricerche sperimentali, con qualche incursione nel concettuale.