Soldati e spie
Soldati e spie
16 luglio 1965. Giuseppe Saragat e Charles de Gaulle presiedono la grandiosa cerimonia d’inaugurazione del Traforo del Monte Bianco: un tunnel ora collega i due versanti delle Alpi, unisce l’Italia alla Francia. Ma nonostante la solennità del momento, l’atmosfera tra i due capi di Stato non è cordiale. Per capire le ragioni di quella tensione bisogna tornare indietro di vent’anni, nel cuore dell’Europa in lotta contro il nazismo. 1940: de Gaulle in esilio a Londra è diventato comandante in capo della Francia che combatte l’occupazione tedesca, ma i rapporti col suo «padrone di casa» Winston Churchill sono, a dir poco, complicati. Il Général non si capacita che gli Alleati – Roosevelt in testa – esitino a riconoscere la legittimità del suo governo, lui che avrebbe diritto di partecipare alle decisioni strategiche, lui che vorrà sedere al tavolo dei vincitori quando si faranno le sorti della nuova Europa. E quando arriva quel momento, a guerra finita, de Gaulle matura il progetto di una sostanziosa correzione del confine orientale francese, con un’operazione militare articolata che ha come fine l’invasione di ampie zone di Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria. Ferve, in contemporanea, l’attività di spie alle sue dipendenze che devono preparare il terreno all’annessione. Per alcuni mesi è il caos: l’Italia è in ginocchio, gli Alleati intimano alla Francia il ritiro immediato, il Général minaccia Torino e finanzia comitati di propaganda filoannessionisti... Rigorosamente documentato (l’autore ha potuto accedere alle carte degli Archives Nationales di Parigi) e appassionatamente polemico, Soldati e spie racconta un episodio poco conosciuto di uno dei momenti più travagliati del XX secolo, in cui viene data voce ai suoi protagonisti con l’immediatezza propria del romanzo. Le vicende militari, politiche, umane scorrono davanti agli occhi dei lettori attraverso una narrazione fluida che conferma la vocazione di Gino Nebiolo di inviato molto speciale nella storia.