Le nuove ferite degli uomini
Le nuove ferite degli uomini
Per lungo tempo l’uomo si è sentito sicuro del proprio potere, certo del proprio ruolo all’interno del sistema sociale, confortato dai privilegi derivati dalla posizione dominante. Poi sono intervenute le trasformazioni epocali che hanno profondamente mutato l’identità femminile, e di conseguenza anche l’identità del maschio ha subito pesanti contraccolpi. Venute a cadere le arcaiche certezze della società patriarcale, come in un effetto domino sono stati travolti anche quei modelli – il padre-padrone, il guerriero, l’eroe, il dongiovanni – a cui gli uomini si sono ispirati per secoli, ideali di comportamento che se da un lato potevano creare inadeguatezza, dall’altro rassicuravano. Post-patriarcali e post-femministi, gli uomini di oggi, dunque, non sanno più dove rifugiarsi, si guardano attorno disorientati. Il maschio di oggi si è scoperto nudo, vulnerabile. Il maschio di oggi è in crisi, è ferito. In questo quadro si inseriscono anche i recenti fatti di cronaca – amplificati dalla sovraesposizione mediatica perché riguardanti uomini di potere – che sembrerebbero evidenziare ferite «nuove»: un dilagare di bulimia sessuale e violenza fisica e/o psicologica nei confronti delle donne. In realtà una conferma del forte disagio maschile nella relazione col femminile, della volontà di degradare l’altro. La ridefinizione dei ruoli sessuali è quindi una partita ancora aperta, che si gioca tanto per gli uomini quanto per le donne. E Vera Slepoj, spaziando fra storia, mitologia, psicologia e antropologia, va al cuore della questione, oltre il luogo comune: partendo dall’analisi del significato profondo di «maschilità», dà un fondamentale contributo alla ridefinizione della relazione tra sessi. Per «guarire» le ferite degli uomini, antiche e nuove, bisogna dunque obbligatoriamente ripartire dall’intero ambito relazionale. Abbandonare quella spirale di conflittualità endemica che sembra ormai caratterizzare i rapporti interpersonali, per avvicinarsi insieme a quel mondo dei sentimenti, che non è più da considerarsi prerogativa del femminile.