Prigioniera di Teheran
Prigioniera di Teheran
«Io spero che, attraverso la mia storia, il mondo cominci a giudicare gli orrori ai quali la mia generazione venne sottoposta dopo la Rivoluzione islamica e di come le nostre proteste furono messe sotto silenzio.» La sera del 15 gennaio 1982 due guardie prelevano Marina dalla casa dei genitori e la conducono a Evin, la terribile prigione iraniana destinata ai detenuti politici. Nella sua vita di sedicenne spensierata si apre uno squarcio, un abisso in cui solo vent’anni dopo quella ragazza, ormai donna, riuscirà a gettare lo sguardo.Prigioniera di Teheran è lo struggente resoconto di quella esperienza. Marina è cristiano-ortodossa praticante e a scuola è rimasta coinvolta in uno sciopero studentesco: queste sono le sue colpe e, dopo essere stata torturata, viene sommariamente condannata a morte. Ma davanti al plotone di esecuzione, la sua pena viene commutata in ergastolo e il suo carceriere la costringe a convertirsi all’Islam e a sposarlo. Sostenuta dalla fede e dalla profonda comunanza con le sorelle di prigionia, Marina inizia un lungo viaggio interiore, un percorso di dolore, compromessi, solitudine che la porterà alla conquista di una libertà insperata.