Morte a Gaza
Morte a Gaza
Omar Yussef è diventato preside della scuola Onu nei pressi di Betlemme, dove ha sempre insegnato storia. È subentrato al suo capo, ucciso da una bomba. Ora, insieme ad altri funzionari delle Nazioni Unite, deve ispezionare gli istituti scolastici in quella terra dimenticata da Dio che è Gaza. Ma, appena giunti in città, gli ispettori vengono accolti dalla notizia che uno dei loro insegnanti è stato arrestato con l’incredibile accusa di spionaggio per conto della Cia. L’uomo non si trova, si teme per la sua incolumità. E mentre Omar Yussef si fa carico di capirci qualcosa, il collega svedese Magnus Wallender viene sequestrato sotto i suoi occhi da una banda di miliziani. A sentire il suo vecchio amico poliziotto Khamis Zeydan, a Gaza non esistono crimini singoli, isolati, a Gaza tutto è collegato. Forse ha ragione lui: ora le persone da salvare sono due, ma la pista da seguire potrebbe essere una sola. Poi c’è la spaventosa tempesta di sabbia, che soffoca la Striscia, infuoca gli animi e offusca ogni cosa, compresi gli intrecci tra politici corrotti, poliziotti torturatori, miliziani, contrabbandieri di armi. Tutti paladini del popolo palestinese… a meno che non si renda necessario sacrificarlo. Lontano dalla sua Betlemme, Omar Yussef soffoca nell’aria spessa di polvere e ipocrisia; rischia di soccombere alla ferocia che pervade quella lingua di territorio con le sue mille fazioni sempre in guerra, dove nemmeno i morti sembrano trovare pace. Dopo aver svelato nella sua prima indagine i crimini dei miliziani della sua città, Omar insegue di nuovo la verità, cocciuto, deciso a non arrendersi al cinismo degli occidentali né alla cupa rassegnazione del suo popolo. Sempre combattuto tra il desiderio di tornare ai profumi, ai sapori della tranquillità familiare e quello di tuffarsi nelle viscere di Gaza per far luce sui suoi misteri. Senza mai dimenticare che «chi ha mille amici non ne ha nessuno e chi ha un solo nemico lo incontrerà ovunque». Fino a quando la tempesta si placa e su Gaza torna a splendere un sole pallido.