La ragazza con le violette
La ragazza con le violette
Giovane, bella, piena di talento, Berthe insegue un sogno: diventare una pittrice affermata. La quieta onorabilità che la società ha in serbo per lei non le interessa, non ha tempo da dedicare a frivolezze come l’amore e il matrimonio. Geniale, chiacchierato, scandaloso, Édouard è uno dei grandi artisti del suo tempo. La sua Olympia, esposta al Salon nel 1865, ha creato scalpore in tutti i salotti parigini. Un giorno, davanti a un capolavoro del Louvre, i loro occhi si incontrano: ed è subito coup de foudre, contro ogni considerazione di decoro e di buonsenso. Nasce così, sullo sfondo di una Parigi dove soffiano venti di cambiamento, nell’arte come in politica, l’intensa passione tra il padre dell’Impressionismo Édouard Manet e Berthe Morisot che lui ha immortalato in decine delle sue tele più famose. Manet è sposato, per quanto a una donna priva di attrattive che non ama, ma la loro non è comunque destinata a diventare una storia di adulterio come tante. Perché Berthe è forte ed evoluta, non si rassegna al destino di solitudine ed emarginazione a cui la confinerebbe il ruolo di amante. Manet diventa anche suo mentore e maestro, lei la sua irrinunciabile musa. Intanto affina la sua pittura che le apre molteplici e imprevedibili opportunità. Fino alla realizzazione del sogno: esporre i suoi dipinti, unica donna, accanto a quelli degli amici Degas, Monet, Pissarro. La ragazza con le violette è struggente storia d’amore ma anche romanzo dell’Impressionismo, in cui la pittura entra in scena come un vero e proprio personaggio: avvertiamo l’odore dell’olio di lino e di pennelli umidi, ammiriamo i colori tenui e illuminati mentre vediamo nascere i celebri quadri sotto i nostri occhi.