Tutto è perduto fuorché l'amore

Cairo Publishing

Tutto è perduto fuorché l'amore

Fernanda e le sue amiche. Fernanda – insegnante per passione, scrittrice per aspirazione – e poi Piera, Florence, Maria, Nina. Giovani donne nella Milano degli aperitivi e dell’editoria: lavoro, amori, occasioni. Soprattutto amicizia. Simpatiche, intelligenti e colte, le nostre amiche sono comunque a caccia. A caccia del loro futuro, della loro quota di felicità. Quando si ritrovano a cena, tra frittatine, falafel e fava tonka, nell’accogliente cucina di turno, l’argomento uomini è il preferito. In particolare è di Giorgio che parlano: un logico computazionale eccentrico, psicotico, alcolista. Praticamente un pazzo. Un pazzo che si è appena fidanzato con Fernanda. La stessa Fernanda che ha lasciato la Sicilia per rifugiarsi in un nido-monolocale con le pareti rosso pompeiano, dove scrive, cucina, legge, si ritempra e fa progetti. Giorgio ha rotto l’equilibrio di quelle giornate e inoltre parla come un robot di Asimov, ingurgita ogni sorta di psicofarmaco e la umilia di continuo. La loro relazione è, diciamolo, un autentico schifo: litigi, fraintendimenti, rotture, riavvicinamenti. Un continuo tira e molla, vale a dire, un amore tutto sommato normale. Tanto che se Florence vota contro, Piera invita a tener duro. E Fernanda, ovviamente, tiene duro. Giorgio non è il Principe azzurro, ne è pienamente consapevole. Se però al cuore non si comanda, figuriamoci al desiderio. Gli occhi di Giorgio sono nerissimi e belli che più belli non si può, e a Fernanda lui piace (da pazzi) così com’è, in tutto il suo scompiglio fisiologico irrisolto. È per questo che lei aspetta, sopporta, cerca di capire. È per questo che scappa, si arrabbia, torna, resiste, cede. Perché ogni tanto si sente amata ed è felice. Ironico, intelligente, ad alto tasso etilico, il romanzo d’amore tra Fernanda e Giorgio non è una storia di ordinario masochismo femminile al tempo di Internet. Piuttosto la schermaglia di sempre tra ragione e sentimento, che ci strizza l’occhio e ci costringe a scegliere con quale Fernanda stare: lucida e orgogliosa o tenera e accogliente?