Occhi di cane, cuore di cervo
Occhi di cane, cuore di cervo
«Occhi di cane, cuore di cervo» impreca Achille contro Agamennone che gli ha sottratto la schiava Briseide. È il primo canto dell’Iliade, ma il professore Gustaf Boman non capisce chi abbia interesse a recapitargli un simile messaggio. E invece, ogni giorno una lettera anonima con citazioni da antiche opere: perché? Qualcuno vuole inquietarlo? Disilluso come soltanto i vecchi possono essere, da anni Gustaf vive isolato nella sua casa di Stoccolma, avendo delegato il senso della propria esistenza a un ultimo studio di antichistica: un saggio sul mito di Pandora. Zeus aveva affidato alla prima donna, forgiata da Vulcano, un otre che non doveva essere aperto perché conteneva tutti i mali, ma Pandora aveva disobbedito e i mali si erano sparsi sulla terra. Solo la speranza era rimasta nel vaso e quindi tra gli uomini. Già, la speranza, il sentimento del futuro: dono o dolorosa illusione? E così anche Esiodo, il poeta che oltre duemilacinquecento anni fa ha cantato in Grecia il mito della prima donna, entra a far parte di questa storia. Anche lui, come Gustaf, è assennato, pio, austero. Anche lui vive nella memoria. Anche lui rinuncia al suo domani. Ma la speranza continua ad abitare nel mondo. E non è vero che il tempo distrugge e basta, che «uccide un uomo per farne un vecchio»: il tempo è anche cambiamento, apre nuove strade, offre occasioni. E per Gustaf l’occasione si presenta sotto forma di una visita: la nipote sedicenne Beatrice in arrivo dall’Italia. Gustaf l’ha accolta con riserva, ma poi si è scoperto disponibile e l’ha osservata trasformarsi. Il Caso, cui anche gli antichi dèi soggiacciono, ha infatti stabilito che per lei è arrivato il momento di mutare, di aprirsi al mondo e all’amore. Sempre il Caso ha messo sulla sua strada Erik. Ma chi è davvero quel ragazzo? Beatrice ha sbagliato a fidarsi di lui? In una notte di San Silvestro – la notte in cui presente, passato e futuro per un attimo si sfiorano – arriveranno, insieme alla speranza, tutte le risposte. Una narrazione intensa e caleidoscopica. Una scrittura sensuale che rimette in gioco i grandi temi della classicità. Un esordio sfacciatamente inattuale e, allo stesso tempo, di seducente modernità.