Non è un paese per bamboccioni
Non è un paese per bamboccioni
È vero, la crisi è globale, chi può negarlo? Affligge tutti Paesi, tutti i settori: nessuno è indenne. Ma nel secondo Paese più vecchio d’Europa – il nostro – i giovani se la vedono peggio che altrove. La disoccupazione non smette di crescere, il precariato impera e la stabilità economica ormai è solo una chimera. C’è poco da stare allegri. Per non parlare di raccomandazioni, burocrazia, «anziani» che non vogliono saperne di lasciare le loro poltrone: usanze, queste, prettamente italiche. Ecco che, fino ai trent’anni e oltre, ragazze e ragazzi restano a casa con mamma e papà, in questa terra di «bamboccioni». Parola di Tommaso Padoa-Schioppa. E allora che fare? Rassegnarsi? Forse no. E queste undici storie ne sono la prova: giovani che si sono costruiti una professione (in alcuni casi se ne sono inventate di nuove) puntando solo sul proprio talento e sulle proprie energie. Conosceremo così Gianluca, uno dei più grandi jazzisti a livello mondiale, che ha iniziato la sua carriera suonando ai funerali. E Sara, che ha avuto l’intuizione semplice ma geniale di gestire i profili dei vip sui social network. Cosa dire poi di Riccardo, che appena diplomato è riuscito ad aprire una catena di autolavaggi? O di Ruggiero, oggi stimato cardiologo, che a soli venticinque anni ha scoperto una proteina fondamentale nella prevenzione dell’infarto? Storie apparentemente incredibili, assolutamente vere: dalle gelaterie Grom alla società informatica di Massimo, ContactLab, dagli orologini in silicone marchiati Too Late al fisico/consulente aziendale Giampiero, passando dall’esperienza di Selene, fondatrice dell’organizzazione non-profit Youth Action for Change, fino ai pluripremiati Fred e Laura. Regista il primo, cuoca la seconda. Esperienze molto diverse, ma accomunate da passione, idee e volontà di ferro. Storie di ragazzi e ragazze che sono riusciti a realizzare i loro sogni diventando esattamente quello che desideravano. Nonostante tutto.