La fine del campione
La fine del campione
Il corpo disteso a terra, faccia in su, con indosso la divisa insanguinata dell’allenamento. Così Rino Mossotti, stimato giornalista sportivo del principale quotidiano della città, trova nello spogliatoio dello stadio il bomber argentino Niko Gonzalez. Il centravanti, idolo delle folle, presenta una ferita alla testa e uno squarcio nel petto: per gli inquirenti è subito chiaro che Niko è stato ucciso da un colpo di pistola e poi sul suo corpo qualcuno ha infierito con un’arma da taglio. Resta da scoprire chi è stato e perché. Da qui, in parallelo con le indagini della polizia impegnata a dare un volto all’assassino, si apre l’inchiesta del giornalista che, incaricato dal suo direttore, cerca di ricostruire, attraverso una serie di interviste, lo scenario complesso in cui si muoveva la figura del campione. Mossotti ascolta la vedova di Gonzalez, il compagno di squadra Mauro Tartaglia, don Gino, ex cappellano della società, l’allenatore, il presidente e il direttore generale del club in cui giocava il fenomeno, il criminologo Salvatore Mariazzi, l’esperto di doping Piercarlo Savani, il commissario di polizia, il capo degli ultras. E quella che emerge è una verità totalmente diversa da come di solito la raccontano i giornali: una realtà drammatica e violenta, che getta una luce livida sul mondo del calcio, e dello sport tutto, oltre che sulla personalità stessa del campione ucciso. Una realtà che deve rimanere nascosta perché gli interessi in ballo sono troppo alti. Perché nessuno può permettersi di cambiare le regole del gioco.