Segni epocali. Fernando Mangone racconta Paestum
Segni epocali. Fernando Mangone racconta Paestum
È il catalogo della mostra che raccoglie una selezione delle opere di Fernando Mangone ispirate al patrimonio pestano, ospitata nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Paestum. Con il suo tratto vibrante e deciso, l’artista tesse un dialogo tra l’arte contemporanea e l’antico patrimonio grecolucano, rappresentando nei suoi dipinti tutta la bellezza e il fascino dei siti archeologici di Paestum e Velia. Il catalogo, che si arricchisce dei commenti del Direttore dei Parchi archeologici di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo, e del curatore della mostra Luciano Carini, comprende le opere esposte in “Segni Epocali” e ripercorre tutta la collezione di Fernando Mangone dedicata ai siti archeologici e alle grandi città europeee. Testi in italiano e inglese.
“Le sue opere uniscono le potenti suggestioni dell’arte contemporanea con il fascino dell’antico, per condurre chi osserva in un viaggio emozionante nelle profondità della storia e della cultura..”
Tiziana D’Angelo
“Ogni quadro di Mangone non è solo e soltanto narrazione, descrizione, ma un attimo vero e concreto della sua esistenza, un momento intensamente vissuto e interiorizzato, un’emozione e una sensazione catturata in un attimo di foga creativa e di magico straniamento.”
Luciano Carini
Nelle opere di Fernando Mangone il dialogo continuo e prolungato tra passato e presente, antico e contemporaneo.
FERNANDO MANGONE
Si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Napoli, poi a quella di Catanzaro e successivamente a quella di Firenze, dove termina gli studi con il massimo dei voti. Dagli imprevedibili cambiamenti di rotta emerge il carattere dell’artista e si rivela il suo spirito nomade, viaggiatore e “attraversatore” di paesi e città. Diverse le sue esperienze artistiche e di vita. Dopo l’Accademia
si trasferisce per un anno circa a Berlino, dove frequenta ambienti e artisti espressionisti. Poi il ritorno a Firenze e, nel 1989, il lungo periodo in Olanda, dove rimane per circa sei anni e dove si esprime soprattutto attraverso la street art. Nel 1995 ritorna a Berlino per circa un anno, successivamente è ancora in Olanda e, nel 1998, il definitivo rientro in Italia. Da allora il suo impegno artistico è caratterizzato da un’intensa attività di pittura e da scenografiche installazioni e ambientazioni in cui riesce a far convivere il passato con il presente, la mitologia con la contemporaneità, coinvolgendo lo spettatore in una visione interattiva, in un vero e proprio “concept show” reso possibile dalla naturale e spontanea complicità tra artista e fruitore. Tecniche: tempera fluorescente, miste su tela.