Marcello Scuffi. Il mio Novecento
Marcello Scuffi. Il mio Novecento
Il catalogo è legato alla mostra di Fiesole (27 settembre-28 ottobre 2012), tappa di un importante iter espositivo che vede Marcello Scuffi protagonista in prestigiose sedi istituzionali. È la Sala del Basolato, nel Palazzo Comunale di Fiesole, ad ospitare le opere di Scuffi, selezionate da Giovanni Faccenda, curatore della mostra e del catalogo.Una cinquantina le opere dell’evento fiesolano, che aggiunge un nuovo importante tassello alla lunga carriera di Scuffi, iniziata negli anni Sessanta e proseguita senza mai abbandonare la strada della figurazione, spesso controcorrente rispetto alle mode artistiche del momento. Al proposito ha scritto di lui Faccenda, “Per risalire ad alcune paternità elettive, che si colgono chiaramente nella pittura di Scuffi, occorre risalire al Quattrocento di Masaccio, Masolino, Paolo Uccello e, soprattutto, Piero della Francesca; al secondo Ottocento, simbolista, di Böcklin; all’aureo primo Novecento della metafisica di de Chirico, in particolar modo, e alle singole interpretazioni che di essa ebbero a dare Carrà, Morandi e Sironi."Testi di Cristina Acidini, Giovanni Faccenda, Elisa Gradi, Paola Barbon, schede a cura di Giulia Leporatti.“Guardando quelle Nature morte o Vite silenti che egli chiama Tavolozze realiste, quegli oggetti che rammentano gli umili interlocutori di Morandi, quella frutta di stagione composta su un piano, ove, in qualche pregiato caso, si assiste all’apparizione di un uovo – l’uovo di Piero (ndr. della Francesca) sospeso a mezz’aria nella Pala di Brera –, ci è dato di scoprire un mondo di valori antichi e di emozioni vivide, che sono poi quelle che abitano Marcello Scuffi da sempre” Giovanni Faccenda Scuffi appartiene alla nobile stirpe dei pittori che hanno creato visioni di austera e silente solennità.Un pittore fedele alla propria natura nell’esercizio quotidiano del proprio mestiere.Nella pittura di Scuffi si leggono profezie e consapevolezza in un percorso artistico originale.