GRAZIANA CONTE. METAMORFOSI
GRAZIANA CONTE. METAMORFOSI
Non ancora trentenne, Graziana Conte esordisce con questa sua prima importante monografia, a cura del critico d’arte Luca Nannipieri, in cui sono raccolte una quarantina di immagini. Nelle sue fotografie, magistralmente elaborate al computer, l’artista ritrae il proprio corpo trasformandolo successivamente in cigno, medusa, mantide, stella marina, farfalla e altre creature animali dando vita a un meraviglioso album zoomorfo. Sono la luce, il colore e il dinamismo prodotto dalle diverse combinazioni del moto a disegnare il profilo dell’animale stesso. Il volume, che apre con il testo critico di Luca Nannipieri, ha il patrocinio dell’Accademia delle Belle Arti di Agrigento e dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce, sede in cui la Conte si è diplomata specializzandosi in Editoria d’arte e fotografia.
«Graziana Conte, partendo dal suo corpo, con un uso via via più consapevole del mezzo fotografico, della camera oscura, dei movimenti della sua figura dentro la camera oscura e infine dei programmi digitali di postproduzione, dal 2016 fino all’anno attuale, si sta contraddistinguendo per uno stile grazie al quale una natura antropomorfizzata o, se volete, un corpozoomorfizzato che nella realtà ovviamente non esiste, dà a se stesso, nell’opera creata, i presupposti immaginifici per esistere.»
Luca Nannipieri
La prima importante monografia di un’artista originale e unica, che si esprime utilizzando il suo stesso corpo.
Braccia, glutei, seni, spalle, mento, piedi, costole diventano, una volta rielaborati e sublimati, figure animali.
GRAZIANA CONTE
Nasce nel 1992 in Puglia, dove tutt’ora vive e lavora. Consegue la laurea triennale all’Accademia delle Belle Arti di Lecce in ‘Arti visive e discipline dello spettacolo’, corso Editoria d’Arte. Il piccolo paese in cui vive, Le Conche in provincia di Ratanto, a due passi dal mare, le è complice totale, in quanto le offre la solitudine necessaria a creare, ma soprattutto le spalanca gli spazi del mare, fonte assoluta di immagini, che ha acceso in lei una personale mitologia visiva. La sua arte è un’estensione materiale della sua interiorità. Il suo corpo nudo si fa scultura, la pittura digitale inchiostro, la fotografia movimento. Insieme interagiscono in un’unica rappresentazione dalle molteplici sfaccettature. Elementi onirici e fantastici si fondono in un mondo denso di particolari naturalistici, con un continuo gioco di rimandi tra immaginazione e realtà.