Catalogo Generale delle opere di Ottone Rosai
Catalogo Generale delle opere di Ottone Rosai
Il primo volume del Catalogo Generale Ragionato delle Opere di Ottone Rosai, a cura di Giovanni Faccenda, raccoglie e presenta 1175 opere realizzate tra il 1906 e il 1957, così suddivise: 8 incisioni, 597 disegni, 548 dipinti, 22 acquerelli. Ognuna è corredata dalla relativa scheda con tutte le informazioni necessarie al riconoscimento: titolo, anno, tecnica, dimensioni, eventuali note tra cui la provenienza e l’attuale collocazione, esposizioni e bibliografia. Il testo introduttivo di Faccenda offre al lettore le tracce fondamentali per comprendere il percorso umano e artistico di Rosai, in chiusura i cenni biografici. Una pubblicazione fondamentale per restituire al mondo del collezionismo e alla comunità artistico-culturale la dimensione di un artista che Francis Bacon definì tra i più grandi pittori del Novecento.
“In principio fu il grido dipinto da Munch nel 1893 a dar conto di un disagio esistenziale che avrebbe investito il Novecento come onda di piena. (...) Non tarderà molto che un altro toscano, Ottone Rosai, acceso di curiosità per tutto quanto riguardi le complicazioni sepolte negli abissi dell’anima, giunga a plasmare un’umanità nuova, destinata a restare come uno dei simboli più toccanti e autentici del ventesimo secolo.”
Giovanni Faccenda
Frutto di una ricerca che ha impegnato il curatore per oltre tre anni, il volume presenta 1175 tra incisioni, disegni, dipinti e acquerelli.
Un’opera fondamentale per il mondo del collezionismo e per conoscere a fondo un protagonista del Novecento che il mercato sta riscoprendo.
L'artista: Ottone Rosai
Studia prima all’Istituto di arte decorativa di Firenze, poi all’Accademia di Belle Arti, che però non termina. La produzione dei primi anni Dieci è alquanto frammentaria e oscilla tra riferimenti postimpressionisti e gusto liberty. Successivamente si accosta al Futurismo, anche se le sue composizioni rivelano una maggiore dipendenza dagli schemi cubisti, appresi attraverso la lezione di Soffici. Negli anni Venti l’indagine spaziale e la riflessione plastica dei suoi lavori è per certi versi affine alle visioni di Carrà, col quale condivide peraltro il recupero del linguaggio trecentesco e quattrocentesco toscano. In questi anni dipinge una serie di soggetti, contraddistinti da una figurazione essenziale, in chiave primitivistica, ben lontana dal monumentalismo novecentista. A partire dagli anni Trenta si avvia verso un rinnovamento della gamma cromatica attraverso ricerche coloristiche più sofisticate.
Il curatore: Giovanni Faccenda
Nato a Firenze nel 1967. Critico e storico dell’arte, ha collaborato con «La Nazione» e con vari periodici a carattere nazionale. Ha diretto il Museo civico di arte moderna e contemporanea di Arezzo e tuttora fa parte di prestigiosi comitati scientifici di note istituzioni pubbliche. Fra le numerose esposizioni che ha curato, accompagnate più volte dall’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, si ricordano le antologiche di de Chirico, Morandi, Utrillo, Ligabue, Rosai, nonché le grandi rassegne «Da Picasso a Botero» e «Giorgio de Chirico e un Novecento prima e dopo la Transavanguardia». È anche autore del saggio «Da Böcklin a de Chirico, la lunga alba della pittura metafisica». Di recente ha curato i cataloghi generali di Armodio e Alfonso Borghi. Fra gli altri incarichi attualmente ricoperti, quello di consulente e coordinatore del comitato critico del Catalogo dell’Arte Moderna.