Davide Lajolo - Gli uomini dell'arcobaleno

Editoriale Giorgio Mondadori

Davide Lajolo - Gli uomini dell'arcobaleno

Ufficiale dell’esercito e comandante partigiano, giornalista e scrittore, direttore de “l’Unità” e parlamentare, quella di Davide Lajolo è stata una vita vissuta come un’epopea. Il volume ne racconta una parte, quella dei suoi incontri e della sua amicizia con i grandi artisti del Novecento: da Picasso a Dova, da Ligabue a Guttuso, da Borghese a Sassu, ai tanti altri dei quali Lajolo riesce a cogliere la poesia, l’intuizione del cuore, le radici sociali. A corredo del testo, le fotografie delle opere conservate nella Collezione Lajolo di Palazzo Crova, a Nizza Monferrato. A cura di Fortunato D’Amico, testo introduttivo di Laurana Lajolo.
 

“Ecco Picasso apparire sulla porta. Venne incontro ad Éluard che ci presentò. Anche Quasimodo, che aveva ironizzato sul mio improvviso innamoramento per l’artista, era impallidito alla presenza di un mostro sacro. Picasso ci mise a nostro agio e parlò del congresso della pace, dell’Italia, citando, come le avesse davanti agli occhi, le opere dei nostri grandi artisti del passato. Sulla guerra fredda sempre minacciante in quegli anni di trasformarsi in guerra calda, Picasso aveva idee che divergevano apertamente da quelle che si venivano professando dalla tribuna del congresso. Era duro, aspro non solo con la dittatura franchista che doveva essere finalmente pazzata via, ma con tutti coloro che, in ogni parte del mondo, avevano dimenticato tutti i morti innocenti di una tragedia tanto macabra da fare ombra al volto della civiltà per avere ridotto l’uomo a livello di bestia.”

Davide Lajolo (Cap. 3) 

 

Con riproduzione delle opere esposte in Art ’900 - Collezione Davide Lajolo all’interno di Palazzo Crova, a Nizza Monferrato.


DAVIDE LAJOLO
Nasce a Vinchio il 29 luglio 1912. Al suo paese rimarrà sempre legato e lo renderà un luogo letterario attraverso i suoi racconti. Segue gli studi classici in collegi salesiani. Illuso dalla mistica della rivoluzione fascista, partecipa alle guerre di Spagna, di Grecia e d’Albania. Ritornato a Vinchio, dopo l’8 settembre 1943 prende la tormentata decisione di organizzare la guerriglia partigiana sulle sue colline, assumendo “Ulisse” come nome di battaglia. Subito dopo la Liberazione, entra come giornalista a “l’Unità” di Torino, di cui sarà poi direttore dal 1949 al 1958. Nel 1958, e sino al 1972, viene eletto deputato per il partito comunista. Nel 1960 dà alle stampe la fortunata biografia di Cesare Pavese, Il vizio assurdo, tradotto in molte lingue, e poi tutti i suoi libri più noti, tra cui Il voltagabbana (1963) e Gli uomini dell’arcobaleno (1984), di cui questa è l’edizione aggiornata. Ha chiuso la sua vita il 21 giugno 1984. A Vinchio c’è il museo multimediale “Vinchio è il mio nido” e gli “Itinerari letterari”, che ripercorrono le sue passeggiate in campagna.