Il piccolo cane
Il piccolo cane
Nel riparo offerto da un grande abete, un cucciolo di cane si è assopito tremante, col muso sotto la coda. E’ solo nell’immensa foresta scura. La sua casa è lontana, sono lontani il suo padrone umano ma soprattutto il caldo pelo della madre. Perduti per sempre. Affrontare il terribile inverno del Grande Nord è la sfida toccata in sorte al piccolo cane grigio, che ha seguito spensieratamente la madre e il padrone per le immense distese innevate smarrendo le loro tracce. L’istinto appena abbozzato e una nostalgia, tenace ma via via sempre più fragile e incerta, i suoi unici strumenti per sopravvivere. Deve procurarsi cibo, combattere il gelo, resistere alla tentazione di abbandonarsi al sonno e all’assideramento. Deve trovare un rifugio sicuro per le lunghe notti nere, interrotte dai lugubri richiami dei gufi e dagli schiocchi dei rami ghiacciati. Giorno dopo giorno, la lotta per la vita assume volti diversi. Quello della carcassa d’alce, che insperatamente scongiura l’inedia, quello della volpe che gli contende fino all’ultimo brandello di carne, quello dei corvi che lo seguono minacciosi. Giorno dopo giorno le sue zampe si fanno più robuste, il suo uggiolio diventa latrato, la memoria della sua specie prende il sopravvento, il suo corpo impara a leggere la foresta. Poi, a un certo punto, un cacciatore comincia a osservarlo nascosto tra gli alberi. Il fascino di quell’animale ormai completamente ferino lo spinge ad avvicinarsi, a tentare di conquistare la sua fiducia. Mentre nel cane si risvegliano sensazioni e odori antichi che forse appartengono a un’altra vita, una vita in cui c’era l’amicizia con l’uomo. Per la prima volta tradotto in Italia, questo classico, long seller mondiale di una delle massime scrittrici svedesi, è un piccolo, perfetto romanzo di formazione, insieme poetico e crudo. Un canto d’amore a un ambiente selvaggio che resiste all’oltraggio di un’umanità incurante.