Una guerra privata
Una guerra privata
La Storia non perdona; s’inabissa per lungo tempo ma poi ritorna, sempre, inesorabilmente. A fare i conti con questo eterno movimento saranno il commissario Ofelio Guerini, della Questura di via Fatebenefratelli a Milano, e le persone che gli stanno più a cuore. Si comincia col botto: la famiglia Guerini è scossa dall’arresto improvviso del giovane Gregorio, finito a San Vittore con l’imputazione di partecipazione a banda armata, un’accusa pesantissima in un 1979 segnato dal terrorismo, dagli arresti del Sette aprile e dalle leggi speciali. È un’accusa assurda, alla quale Guerini non crede neppure per un attimo, crede piuttosto che il vero obiettivo dell’iniziativa non possa essere il nipote, ma lui stesso, commissario anomalo e diverso, raro esemplare di comunista “innestato” a forza nelle file delle forze dell’ordine italiane ai tempi di una storia lontana – quella della Resistenza e del “vento del nord” – ormai svanita ed evaporata. Qualcuno, che colpisce nell’ombra e per vie trasversali, sembra non perdonare a Guerini la sua appartenenza, quella forma di alterità non esibita, né pubblicamente rivendicata, ma conservata con tenacia a testimonianza della propria dignità. Sarà una lotta spietata contro un avversario invisibile, una guerra fredda privata con una posta in gioco altissima: non tanto la verità e nemmeno la scoperta dell’identità del nemico, ma la vita di suo nipote Gregorio, di sua moglie Maria, dei suoi familiari, dei suoi uomini in questura. La vita stessa di Ofelio Guerini, in ultima istanza.