Armodio
Armodio
Quella di Armodio è una aristocrazia del segno, che ricorda da vicino la sontuosa eleganza del tratto morandiano, e che vive di molteplici suggestioni” annota Giovanni Faccenda , curatore del catalogo e della mostra personale dedicata al grande artista piacentino negli splendidi spazi del Chiostro del Bramante, a Roma, per tutto il mese di luglio. Una quarantina le opere selezionate dal curatore per l’evento capitolino, una delle rare esposizioni italiane nell’ormai lunga carriera di Armodio. Che proprio a Roma, durante l’esposizione alla Galleria Obelisco del 1964, fu scoperto da Lily Shepley proponendolo, con successo, negli Stati Uniti, e aprendogli così una carriera internazionale che lo ha portato da protagonista, oltre che negli States, anche in Europa, a Londra, a Parigi e a Bruxelles. Il catalogo, in italiano e in inglese, apre con i testi introduttivi di Giovanni Faccenda e Antonio Paolucci. Ogni opera è quindi commentata da un testo critico di Giulia Leporatti mentre chiude il volume un’antologia critica a cura di Giulia Cafaggi.“Bisogna tornare all’Arcimboldo e alla Wunderkammer di Ambrasz per intendere il genio di Armodio”. Antonio Paolucci “Gli ingredienti prediletti da Armodio sono la luce, il silenzio, la polvere, quell’odore antiquato di muffa che i libri esalano ogni volta che li recuperi dai loro scaffali”. Giovanni Faccenda