ALFONSO BORGHI. I colori raccontano
ALFONSO BORGHI. I colori raccontano
Il volume ha accompagnato l’esposizione (26 ottobre - 24 novembre 2023) di Alfonso Borghi alla Fondazione Mudima di Milano, prestigioso spazio espositivo che dal 1989 ha accolto, tra le altre, mostre personali di Yoko Ono, Joseph Beuys, Arman, Daniel Spoerri, Enrico Baj, César e altri grandi protagonisti della scena internazionale. Il curatore, Jean Blanchaert, per l’occasione ha selezionato una trentina di lavori dell’artista emiliano tra dipinti e lavori in ceramica, tutti realizzati per l’occasione eccetto cinque monumentali opere monocrome del 2013 ispirate alla famosissima poesia “Vocali” di Arthur Rimbaud. Una prima parte del libro offre una panoramica dell’allestimento reale, con i dipinti già appesi alle pareti o, nel caso delle boule in ceramica, posizionate direttamente sul pavimento. Con la mostra e il catalogo si entra nel mondo di Borghi, originale e riconoscibile per il vigore coinvolgente delle cromie ma anche per la straordinaria capacità di inserire nel racconto pittorico la materia.
«L’entusiasmo di Borghi è cristallino, comprende la vita e ti attira nei suoi incantesimi. È originale proprio perché non vuole essere originale, è nuovo perché non ha paura dell’antico ed è antico perché sa essere se stesso. La sua pittura dimostra che la trance tibetana non è più potente dell’ipnosi padana. Parlo d’ipnosi perché è così che il fiume in piena Alfonso Borghi mette insieme i colori senza mai farli esondare dagli argini. Le figure, le cromie, emergono dalla sua coscienza più profonda e affascinano chi le sa guardare, suggerendo all’osservatore una storia che egli potrà, se vuole, completare.»
Jean Blanchaert
Alfonso Borghi alla Fondazione Mudima di Milano. Rilievi materici ed esplosioni di colore: le opere di un maestro che, con i suoi dipinti e le sue ceramiche, coinvolge ed emoziona.
ALFONSO BORGHI
Nato nel 1944 a Campegine (Reggio Emilia), autodidatta, espone per la prima volta a 18 anni grazie all’aiuto di un collezionista. Nel 1969 si trasferisce per alcuni mesi a Parigi, dove ha modo di studiare i grandi maestri, in particolare Picasso e gli altri grandi interpreti del Cubismo, tra cui Braque, Gris e Léger. In seguito conosce Pielmann, allievo di Kokoschka, e si avvicina all’espressionismo. In oltre quarant’anni di attività è approdato a una sintesi pittorica di indiscutibile fascino, passando dal figurativismo dei primi anni all’espressionismo e al surrealismo degli anni Ottanta, quindi a un astrattismo di impronta futurista nel decennio successivo. San Francisco, Parigi, Madrid, Francoforte, Abu Dhabi, Milano, Roma, Torino, Palermo, Parma, Reggio Emilia, Modena sono solo alcune delle città italiane ed estere in cui ha esposto. Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche, private e musei in Italia ed Europa.