COME L’ONDA PER LE CONCHIGLIE
COME L’ONDA PER LE CONCHIGLIE
Un raffinato volume che riporta alcune poesie di Adamo Biancucci corredate da tredici disegni di Ottone Rosai, realizzati tra il 1920 e il 1927. Tale speciale affiancamento viene svelato dalle parole di Giovanni Faccenda nella prefazione alla raccolta, “c’è qualcosa di rosaiano – un sapore, un’ombra, una nostalgia – nei versi, colmi di introspezione e di umanità, di Adamo Biancucci. La scelta di alcune eccellenze assolute, fra i disegni di Rosai degli anni Venti, intende dunque dare conto di un’affinità elettiva che lega, curiosamente, due temperamenti, invero, fra loro tanto diversi”. L’emozione vivida che i versi di Biancucci regalano, e il suo autentico essere poeta, rivelano quanto il mondo di indifferenze e di indifferenti non riesce a vedere e provano, con l’illusione e il disincanto, a scuoterlo.
«Un sole prepotente brucia le pietre in Via San Leonardo. / Ti vedo, curvo sulla tela. / Ma il tuo pennello è stanco in questa sera di mezz’agosto. / Una mano sulla fronte fa da ristoro, / gli occhi chiusi. / E la pace, quasi eterna, di un momento. / Memorie randagie affiorano, tra stracci di esistenza. / Fuori una città che ti ha tradito, / che non è più tua. / Ci hai lasciato le tue figure silenti, graffi di un’anima irrisolta, / i colori, / come specchi delle nostre inquietudini di uomini domi. / I tuoi quadri, siamo noi.»
Adamo Biancucci, La notte che verrà
Un raffinato poeta contemporaneo incontra un protagonista assoluto del Novecento artistico italiano: il volume mette in risalto le “affinità elettive” che legano il testo poetico di Adamo Biancucci ai disegni di Ottone Rosai, selezionati da Giovanni Faccenda.
ADAMO BIANCUCCI
Manager in un’importante banca nazionale, Biancucci è laureato in lettere e ha una formazione umanistica. Scrive poesie sin da ragazzo ma questo è il suo primo, brillante esordio editoriale. La sua lirica è limpida, mai edulcorata e trasferisce sulla carta stati d’animo segretamente taciuti in una sorta di confessione crepuscolare in cui si coglie una straodinaria capacità di coinvolgimento e di comune sentire.
OTTONE ROSAI
Tra i Maestri del Novecento italiano, si accosta inizialmente al Futurismo. Negli anni Venti condivide con Carlo Carrà il recupero del linguaggio trecentesco e quattrocentesco toscano dipingendo una serie di soggetti, contraddistinti da una figurazione essenziale, in chiave primitivistica. A partire dagli anni Trenta si avvia verso un rinnovamento della gamma cromatica attraverso ricerche coloristiche più sofisticate. Per approfondimenti si rimanda comunque al Catalogo Generale Ragionato delle Opere di Ottone Rosai - Primo volume, a cura di Giovanni Faccenda, Editoriale Giorgio Mondadori (2018).