Achille Funi
Virgilio Socrate Funi (assumerà il nome Achille poco prima dell’inizio del primo conflitto mondiale) nasce nel 1890 a Ferrara. Frequenta i Corsi di disegno e decorazione presso la Scuola municipale d’arte e nel 1906 si trasferisce con la famiglia a Milano, dove segue i Corsi di figura all’Accademia di Brera sotto la guida di Cesare Tallone. Nel 1914 partecipa al sodalizio promosso dal critico Ugo Nebbia, denominato “Nuove Tendenze”.
Allo scoppio della guerra, nel 1915, si arruola come volontario e, nel 1918, è tra i primi a entrare nella Trieste liberata. Sino alla fine degli anni Dieci le sue opere risentono delle scomposizioni futuriste e dell’impaginazione formale tipica del Cubismo sintetico. Nel 1921 avvia una nuova ricerca che colloca la sua opera nella dimensione del recupero della tradizione italiana e di uno stile neoclassico con appoggi realisti. È tra i fondatori del gruppo di Novecento, nel cui ambito svolge tutta la sua attività degli anni Venti. Ha eseguito fra gli altri le decorazioni nel vestibolo superiore della Villa Reale di Monza e il ciclo con gli episodi ariosteschi del “Mito di Ferrara” nella sala della Consulta del Palazzo Comunale di Ferrara (1937).